VCO-22-03-2020-- PREMESSA. Questa lunga
e non faticosa escursione nella Valle Isorno occidentale, battezzata da alcuni “La Strà di Vacc”, meriterebbe una giornata bellissima per i suoi panorami verso Valle Isorno ad oriente e, per un breve tratto, verso Valle Antigorio ad occidente. A noi sono stati riservati rari sprazzi di sole.
GITA N. 2 – O 24 ALPE GIOVERA – LAGO DI MATOGNO
19 SETTEMBRE 2019
Dislivello: 800 m. Tempo totale: 6 h 50'. Sviluppo: 18 km
Senza superstizioni oggi siamo in tredici. Una paziente signora sopporta dodici maschietti, quasi tutti al soldo dell’INPS. Ci sono anche degli esordienti. Ritrovo in frazione Pontetto di Montecrestese e si sale ad Altoggio. Di qui, con i permessi richiesti in Comune, proseguiamo oltre Coipo, fino alla fine della strada, asfaltata ma impegnativa. Parcheggiamo all’Alpe Giovera Sopra, 1600. Diretti a nord est, seguiamo l’evidente sentiero A04 che, nel tratto iniziale, attraversa e sfiora bellissimi boschi di faggio, dove incontreremo le ultime tracce della favolosa stagione micologica. Siamo ad oriente della dorsale che ci separa dalla Valle Antigorio, costituita dal Pizzo Osbarino, dalla Cima degli Uccelli e dal Monte Larone. La nebbia che ricopre la Valle Isorno, alla nostra destra, c’impedisce di cercare le “interessanti piste di sci”, a noi ignote, di cui scrive il grande Osvaldo Bevilacqua nel suo libro “Il Paese dei Mille Paesi”. Sarà stato informato male. Qui ci sono solo le tracce devastanti dell’homo idroelettricus, insieme a tanta bellezza. Dolci salite si alternano a lunghi tratti pianeggianti. Dopo 45’ incontriamo un alpeggio diroccato, forse Corte di Dentro, 1841. Un’ora a passo tranquillo e sostiamo brevemente. Poco più avanti il sentiero costeggia per un breve tratto la cresta, che si è abbassata molto, essendo ormai il Larone alle nostre spalle. Ad oriente permane la nebbia, mentre ad occidente un po’ di cielo azzurro ci regala uno scorcio panoramico stupendo, dai quattromila del Sempione al Cervandone. Più avanti incrociamo una traccia che scende a destra verso Agarina. Noi proseguiamo in leggera salita fino all’Alpe Loccia, 2020, in parte diroccata (25’). Qui viriamo verso oriente ed affrontiamo l’ultimo strappo, contornato di caratteristiche guglie di granito. In 45’ arriviamo al punto più alto del percorso odierno, la Cappella della Croce, 2183. Il cartello segnaletico indica erroneamente 2139. Qui il sentiero diventa L03. Iniziale discesa, poi si attraversa in piano fino all’Alpe Lago, 2066, ed al Bivacco Sironi, bello e dotato di locale invernale sempre aperto. Una breve salita ci porta in riva al Lago di Matogno, 2087 (45’), dov’eravamo già passati una settimana fa al ritorno da un’escursione ben più faticosa. Pranziamo fra nuvole e squarci di sole. Il ritorno ripercorre i sentieri del mattino. La risalita alla Cappella della Croce non favorisce a tutti la digestione (45’). In 30’ ridiscendiamo all’Alpe Loccia lungo l’unico tratto di sentiero leggermente esposto. Dopo 1 h 55’ siamo alle auto. Al Circolo di Pontetto anneghiamo in una birra il dispiacere per una giornata meno soleggiata del previsto.
Gianpaolo Fabbri