1

necrologi

bicchiere spiaggia

Per quanto uno cerchi di evitare certe persone, queste, avranno sempre

un posto nella tua vita. Altri incontri, quelli che non cerchiamo ma in fondo nemmeno evitiamo, beh, quelli arrivano come un bicchiere di Pernod con ghiaccio su una spiaggia assolata della Costa azzurra; assolutamente nel momento giusto, anche se può sembrare quello sbagliato. Non dico di avere fiducia; ma almeno una speranza, si.

Nel primo gruppone metto ovviamente la figura mitologica per eccellenza dei nostri tempi; il vecchietto con cappello alla guida della panda verde menta. In prima fissa quando tu sei in ritardo. So che qualche furbo, quello che si crede tanto intelligente ma poi, al famoso indovinello dei tuoi genitori che alle 7 del mattino si presentano a casa per colazione, risponde con sicumera “la porta” al posto degli “occhi” (chi frequenta Facebook conosce il gioco), pensa di poter superarlo e risolvere così il problema alla radice in pochi secondi.

Purtroppo, con somma mestizia, devo annunciare che il soggetto in questione lo incontrate principalmente in città o su di una strada di montagna con moltissime curve ed, inoltre, il summenzionato tende a stare molto in mezzo, troppo, ed in modo non costante. Dovete solo sperare che non ci sia un cantiere perché in quel caso il vecchietto si fermerà, abbasserà il finestrino e darà anche due dritte agli operai. Un sacco di luoghi comuni, ne sono conscia: tutti verificati, però.

Mettiamo che le vostre preghiere siano esaudite e il vecchietto giri a destra, con tutta probabilità, a questo punto, incontrerete il secondo tipo di individuo patogeno, circolante sulle strade di tutta italia: il ciclista sessantenne con tutina fosforescente e troppo stinco di maiale con polenta sul curriculum.

Non posso nascondere la mia profonda irritazione verso una parte consistente di questa categoria. Innanzitutto costoro tendono a comportarsi come se stessero partecipando non dico al Giro d’Italia ma quantomeno a quello della porchetta: si piazzano in fila per 3 con il resto di due in mezzo alla carreggiata e se hai la malaugurata idea di suonare per chiedere un piccolissimo spazio per poter esercitare il tuo diritto di percorrere una strada provinciale a più di 30 km/h, puoi rischiare l’aggressione a colpi di pompa per le ruote o catene della bicicletta. Altra questione, non meno importante, è il danno alle retine provocato dalla divisa multicolor insieme alla carica ipnotica dei rotoli di ciccia che sobbalzano avvolti nelle tutine aderenti in lurex, pensate ed acquistate, io credo, proprio per creare disorientamento negli automobilisti. Fossi il legislatore, io una riflessione sugli incidenti provocati da questi due elementi combinati, la farei.

Oramai siete arrivati al lavoro (in ritardo e pesti dopo l’aggressione subita ad opera dei ciclisti) e pensate che i vostri problemi più grandi siano stati superati.

Aprite il computer e, dai, un occhiata a Facebook ci sta. Attenzione! E’ nel social che si annida l’altro virus della vostra vita: l’haters complottaro spesso vegano intollerante con l’aggiunta di un radicalismo animalaro che completa il profilo professionale.

Quello che: “adoro il mio pelosetto” #siatemaledettituttivoichenonloavete; “il mondo sarebbe un luogo migliore se sulle spiagge di lampedusa arrivassero carrette del mare traboccanti di gattini” #alrogoiclandestini #35euroaigattini #poverigattinisiriani; “come potete pensare di mangiare questo maialino che corre felice nel prato? ma quanto è puccioso? #brucereteallinfernocarnivori #vostramammaèbecca #sperochecisiaunpostoallinfernodoveviapranoindueecucininoallabraceconlasalsabarbecue.

Sono evidentemente persone bisognose di aiuto e a cui non dovete MAI approcciarvi senza un legno in mano e uno spray al peperoncino.

Lo consiglia anche la Guardia di Finanza (lo dico perché di solito funziona).

Tutta questa negatività che ho sprigionato in 583 parole non vi seppellirà, non abbiate timore.

Perché poi capita, magari una volta ogni 10 anni, invece di incontrare proprio la persona che aspettavate e di cui avevate bisogno. Lo so che non ci credete. Ma il nostro Pernod fresco sulla spiaggia assolata di Nizza arriverà, datemi retta: arriva.

 

Tatiana Giovannetti - 24/1/2017