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presepe

Carissimi,

torna ancora il Natale a ricordarci che Dio si prende cura di noi. Dio si prende cura di noi, ha a cuore la nostra vita e per noi dona la sua vita.

Il Natale ha come pietra angolare un avvenimento preciso e verificabile che è la nascita di Gesù figlio di Dio che a Betlemme ha preso "carne" da Maria. Il presepio, che storicamente inizia con san Francesco, non è una delle immagini natalizie ma è l'IMMAGINE del Natale. Nel Presepio "vedo" quell'avvenimento che ha dato origine e continua a dare senso alla nostra festa. Possiamo togliere

tutto, ma non possiamo togliere il presepio come si sta facendo ad ogni livello in nome di un presunto rispetto di chi non condivide la fede cristiana. Se togliamo il presepio, vanifichiamo la festa. Togliere di mezzo il presepio con il suo richiamo forte al mistero d'Amore che parla ancora oggi a molti, significa, come qualcuno ha scritto, fare festa senza il festeggiato.

É come se volessi fare festa di nozze senza gli sposi: com'è possibile? Appunto: com'è possibile fare festa senza questo avvenimento di Dio che si fa "carne" e senza il presepio che è l'IMMAGINE prima del Natale. Il Natale è un mistero di amore così grande, così divino ma anche così umano che parla a tutti; basta fermarsi, guardarlo non solo con gli occhi dell'artista ma con gli occhi del cuore

e t'accorgi che ti parla. Il Natale ci ricorda la grande avventura d’amore in cui Dio ha voluto

scommettere: “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo”. Dio per amore e con amore si prende cura degli uomini.

Al contrario, quanta difficoltà abbiamo noi oggi a prenderci cura di noi stessi e degli altri in modo vero, autentico e liberante! Quanta difficoltà a gestire con amore la vita, il tempo, gli ideali, gli affetti, i sentimenti, le relazioni! Quanta difficoltà a ricercare l’essenziale della vita!

L’annuncio del Natale non è compiuto finché non prendiamo seriamente coscienza della scelta di Dio di avere cura degli uomini e se quindi non facciamo nostra questa scelta d’amore nell’esistenza quotidiana. Sì, perché Natale è innanzitutto una domanda rivolta a noi cristiani: che cosa posso fare per rendere migliore la mia vita e la vita degli altri? Se ci guardiamo attorno ci accorgiamo certamente che pessimismo e rassegnazione sembrano le espressioni più comuni del nostro convivere. É cresciuto lo spirito di contrapposizione, si assiste a tanta prepotenza e anche ad una violenza diffusa nel parlare, nel modo di trattarsi. La speranza e la passione per il cambiamento sembrano sempre più affievolirsi. Anche nella politica, nella società civile e nella chiesa talvolta si è presi da un senso di impotenza di fronte ai grandi problemi dell’uomo di oggi.

Dobbiamo ritrovare il gusto e la passione di lavorare di più insieme, in sinergia, mettendo da parte i propri interessi e personalismi, quello spirito di contrapposizione e quella rivalità che contraddistinguono la nostra società, per il bene comune. Il Natale è un giorno che apre alla speranza, ci dice che qualcosa di nuovo e di diverso può ancora accadere. Il Natale ci dice che anche dall’umile Nazareth della nostra vita qualcosa di straordinario può ancora venire. E allora il Natale è per tutti noi un impegno. Uomo o donna che fai politica, o meglio che sei al servizio, prenditi cura di tutto il tuo popolo, della tua città, del tuo territorio. Prenditi cura soprattutto dei più deboli, degli sconfitti della vita, degli ultimi della storia e persino dei tuoi avversari. Prenditi cura della natura, dell’ambiente: custodiscilo per coloro che verranno dopo di te. Uomo o donna imprenditore a qualunque livello, prenditi cura di chi è senzalavoro; investi le tue energie, i tuoi sacrifici, le tue capacità con e per la tua gente, non accumulare solo per te. Non fuggire proprio ora in questo tempo di crisi. Genitori, prendetevi cura dei vostri figli con amore e devozione, fatevi educatori e testimoni di vera spiritualità, anche nella solitudine, ma con speranza. Sposo o sposa, prenditi cura del tuo coniuge, custodisci l’amore, esercita la responsabilità, non fuggire alle prime difficoltà, ricusa le scorciatoie di amori rubati o superficiali relazioni. Figli, prendetevi cura dei vostri genitori, dei vostri fratelli, dei vostri nonni; abbiate il coraggio di ascoltare la loro “saggezza” frutto degli anni e anche del loro soffrire. Uomini e donne di buona volontà, credenti o dubbiosi, non disdegnate la benevolenza verso i bisognosi ed i fragili ed anche verso quanti hanno “fallito”

nella vita. Giovani di questo territorio non scappate; è questa la terra dove il Signore vi ha

chiamati a vivere. Anche se vi costa, fatela diventare un giardino. Siate voi i protagonisti del cambiamento. Non lasciatevi sedurre da chi vi promette felicità a poco prezzo, non lasciate che alcol e droga deturpino la bellezza del vostro corpo e della vostra intelligenza e libertà .

Cari parrocchiani prendetevi cura della nostra comunità, dei vostri preti, delle

vostre suore. E noi presbiteri e consacrati prendiamoci cura con gioia e passione del nostro popolo tutto. Facciamoci riconoscere come dono per il nostro tempo. Ecco allora il mio augurio di Natale. Ai credenti auguro di accogliere Cristo nella loro vita, di non aver paura ad accoglierlo in casa! Ai non credenti o agli indifferenti di fronte al fatto religioso auguro che Gesù sia almeno uno dei pensieri di Natale, un pensiero bello e positivo che dia senso al nostro fare festa. Agli uni e agli altri non capiti di "scartare" Cristo; se così fosse il nostro sarebbe, inevitabilmente, un povero Natale.

Buon Natale a tutti Ai Parrocchiani - ai Vecchi e Ammalati - a chi sta lottando nella malattia, a chi è

nel dolore per la morte di una persona cara - ed ai Bambini e ai Giovani

Buon natale a tutte le Associazioni della città.

Ai componenti dell'Amministrazione Comunale

Ai cristiani di confessione non cattolica

Ai non cristiani

Ai non credenti

A Tutti! con cuore

Auguri di buon Natale a tutti!

Don Vincenzo Barone – 22 dicembre 2017