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Con il 31 dicembre 2017 non scadrà solamente l’anno solare in corso, ma anche la possibilità, per quanti ne fossero interessati, di partecipare al bando di assegnazione dei terreni coltivabili siti a Viganella sulla collina del Mutarel, in comune di Borgomezzavalle. Si tratta di terreni che i proprietari, non essendo più in grado di coltivare, hanno assegnato alla prima Associazione Fondiaria sorta nella provincia del VCO.

Prima di analizzare nel dettaglio cosa sia “Terra Viva”, ovvero la neonata associazione, è necessario cercare di comprendere le cause che hanno portato all’abbandono della montagna e dei suoi coltivi.

Si scopre così che la crisi dell’agricoltura montana è maturata attraverso una disaffezione degli Ossolani verso la loro terra, perché attratti da un benessere economico e sociale promesso, fin dagli albori del XX secolo, dall’industrializzazione. Benessere che ora, dopo l’attuale stato di crisi iniziato nel 2008, è definitivamente tramontato.

L’abbandono della terra ossolana da parte dei montanari, la cui superficie era un tempo abilmente e intensamente gestita e coltivata, ha come responsabili sia fattori economici, sia ragioni storiche.

Entrambe hanno portato allo spopolamento dei nostri paesi e delle nostre borgate, segnando un trend negativo che, fatte salve alcune località, non si è ancora arrestato.

La prima di queste cause fu sicuramente quella dell’aggravio fiscale che fece perdere agli ossolani quei privilegi che fino alla fine del XVIII secolo avevano permesso la sopravvivenza sulle ripide pendici terrazzate delle nostre vallate. Lentamente ma inesorabilmente gli ossolani cercarono fortuna altrove, migrando verso mete in cui più facile era trovare un lavoro ben remunerato, mentre coltivi e pascoli, miseramente abbandonati, furono lasciati al loro destino.

L’epoca industriale poi, con le sue attrattive e i suoi benefici, ma ancor più l’apertura del traforo del Sempione e delle linee ferroviarie Domodossola Novara e Domodossola Milano che favorirono il sorgere delle grandi industrie nel fondovalle ossolano, accentuò definitivamente l’abbandono degli insediamenti rurali alpini.

Infine, il moltiplicarsi delle centrali elettriche, conseguenza dello sfruttamento idrico di laghi e fiumi con un forte richiamo di manodopera ben remunerata, indusse i montanari a scendere al piano e ad abbandonare l’agricoltura e la pastorizia. S’ingerbidirono così gli ampi spazi dedicati al pascolo, il bosco prese possesso degli antichi coltivi terrazzati su cui un tempo i vigneti facevano bella mostra di se, mentre case, baite e cascine andarono lentamente in rovina.

Oggi, fortunatamente, questa nefasta tendenza sembra invertire la rotta e un sempre maggior numero di giovani vede nell’agricoltura e nell’allevamento, una fonte di reddito stabile e sicura. I prodotti di nicchia che giungono sulle nostre tavole frutto della tenacia di alcuni “vecchi” che non abbandonarono vigneti, prati e pascoli ma al contrario, con tenacia e passione, dimostrarono che la terra ossolana è ancora in grado di creare reddito e opportunità di lavoro, hanno indotto i giovani a riprendere contatto con la terra d’origine.

Purtroppo però, a frenare questa volontà ci si mette, un po’ ovunque, l’irrazionale spezzettamento delle proprietà fondiarie che non permette il recupero di aree coltivabili sufficientemente estese per avviare una viticoltura o un’agricoltura basata su criteri moderni e quindi abbastanza remunerativa.

Per ovviare a questo inconveniente e saltare le ingenti spese per i passaggi di proprietà, ecco il sorgere delle “Associazioni Fondiarie”. Società che grazie a tutele legislative di carattere regionale, consentono l’accorpamento di numerose proprietà e il conseguente affidamento di ampie zone coltivabili a chi ne volesse gestire la superficie.

La prima di queste realtà sorta nella nostra provincia è, come accennato all’inizio, quella di Viganella, il cui progetto iniziale attende le proposte di adesione per la gestione dei coltivi messi a disposizione sul Mutarel, entro il 31 dicembre 2017.

Soggetto capofila del progetto “Terra Viva” è la Società di Scienze Naturali del VCO che si è avvalso della collaborazione dell’Ente di gestione delle Aree Protette dell’Ossola, del Comune di Borgomezzavalle e della Cooperativa Il Sogno. L’attività di gestione delle superfici appartenenti all’Associazione è contenuta nel bando “Coltiva un terrazzamento” ed è finalizzata sia alle attività agricole di coltivazione dei terreni, sia a quelle di valorizzazione paesaggistica della zona. L’associazione fondiaria, nata grazie al recupero delle aree terrazzate della collina del Mutarel, il cui progetto in itinere da diversi anni sarà illustrato con dovizia di particolari nell’editoriale che farà seguito a quello odierno, intende avviare un percorso di collaborazione con i giovani agricoltori o le nuove aziende agricole che sorgeranno in Ossola per avviare un progetto di agricoltura sostenibile atto a produrre prodotti di nicchia da consumarsi preferibilmente nelle strutture ricettive locali.

 

Pier Franco Midali – 1 dicembre 2017