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napoleone

Di recente nell’aulico

dibattito su stampa locale è stato scritto che (A. U. F.) fosse di “derivazione” ossolana. Credo che tale questione non abbia certezze assolute, anche se, per altri importantissimi aspetti, pone l’accento in modo inequivocabile sul fatto che il Vco e l’Ossola in particolare, abbiano avuto storicamente profondi rapporti con Milano e la Lombardia con cui vi sono ancora tanta empatia e interessi simili, esattamente come, con parole di dura e antica pietra piena di storia, afferma il castello visconteo di Vogogna. Questi rapporti che, nonostante le negazioni di alcuni “verbanocentrici” espresse solo per emergere e sovrastare affondando gli altri grazie anche ai poteri forti, anzi fortini e che, sempre hanno affossato le periferie, (particolarmente l’alta Ossola derubata di servizi), e mi chiedo se tutti siano, in assoluta buona fede giacché cercano di negare l'evidenza e tentano di smorzare, con molta inerte cenere, il fuoco popolare che divampa con il referendum prossimo venturo. Nel Medioevo italiano, quando la chiesa aveva un potere enorme, i beni esentati dai dazi per passare i confini dei vari territori e destinati a costruire delle cattedrali venivano “marchiati” essi stessi e anche i mezzi di trasporto che erano molto spesso dei barconi sui fiumi, con la sigla A. U. F. dal latino Ad Usum Fabricae che tradotto in italiano suona come materiale destinato a essere utilizzato per la costruzione o il mantenimento della “fabbrica”. Vi è anche chi sostiene che tal espressione nacque quando si costruiva la Basilica di San Pietro a Roma continuando quando vi si facevano le manutenzioni. La dizione A. U. F. secondo altri, significherebbe Ad Urbis Fabrica e a Milano trasformata in Ad UFA cioè Ad Usum Fabricae Ambrosianae , con ciò indicando la fabbrica del Duomo di Milano, i cui blocchi, provenivano via fiume dalla famosa cava di Candoglia della Val d'Ossola  e barconi, carri o altri mezzi di trasporto e materiale recavano tale scritta. Naturalmente vi sono anche altre versioni come per la costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore (il Duomo di Firenze) ove il materiale proveniente da varie zone della Toscana era marcato "A U.F.O.", che suonava appunto "Ad usum Florentinae Operae" e quindi, anche qui, esente da tasse. Se non sbaglio pare che tale espressione si trovi citata anche nel Pinocchio di Collodi, ma non ricordo in quale capitolo. Comunque è certo che il duomo di Milano s’iniziò a costruirlo circa 110 anni prima della basilica di San Pietro a Roma, pertanto è possibile che AUF sia nata prima a Milano e, quindi, alla cava di Candoglia. A tal proposito, fu il fondatore della Veneranda Fabbrica del Duomo, Gian Galeazzo Visconti, che la cedette in uso alla fabbrica il 24 ottobre del 1387 oltre a garantire il trasporto gratuito e senza dazi da Candoglia a Milano per via di acque. Ai giorni nostri non troppo distante dalla cava di Candoglia ma su di una collina, la regione Piemonte, dopo piroette, inversioni a 180 gradi e gravi scorrettezze nei confronti della rappresentanza dei comuni, vorrebbe costruire un nuovo ospedale con un metodo molto “sprecone” e cancellando ospedali come il Castelli e il San Biagio nei quali sono stati fatti interventi e realizzati spazi, servizi e attività, che erano magnificati fino a pochi anni fa. Diamoci una risposta chiedendoci a chi giova questo ad usum delphini.Non ci risulta che questo nuovo ospedale lo costruiranno con il marmo di Candoglia.

 

Bernardino Gallo - 26 giugno 2018