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Da sempre la definizione "coi baffi" è sinonimo di qualità. Quante volte abbiamo sentito dire di un individuo o di un prodotto "quello è un.... veramente coi baffi!"; per non parlare poi del noto carosello, tramesso per molti anni dalla Rai, che reclamizzava i prodotti realizzati dalla nota azienda cusiana di casalinghi Bialetti e il cui simbolo era proprio il famosissimo omino coi baffi, simpatica caricatura dell'industriale Renato Bialetti. Di solito infatti (e parlo per esperienza personale) gli uomini che hanno i baffoni belli folti, eccetto casi rari, hanno un carattere molto gioviale e bonario. Andando indietro nel tempo a quando ero un bambino piccolo, mi ricordo molto bene che quando traslocai dalla via Galletti alla via Canuto, dirimpetto al balcone del palazzo dove tutt'ora abito dimorava con la sua famiglia un energico e giovialissimo carabiniere molto baffuto con cui tutt'ora conservo una buona amicizia, il cui motto è da sempre "un baffo, una garanzia". Pensate che quando qualche annetto dopo traslocò in un altro quartiere di Domodossola, ricordo che quel giorno piansi per circa mezz'ora! Ero veramente disperato e pensavo se ne stesse andando via da Domo. Poi quando crebbi e acquistai una certa consapevolezza seppi che naturalmente tutto ciò non era avvenuto, come ho già spiegato prima aveva solo cambiato contrada trasferendosi fra l'altro non molto distante da me. Dopo questa breve introduzione, rivolgo l'invito ai miei lettori ad andare a vedere la curiosa e originale mostra situata a piano terra della scuola di belle arti Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore dal titolo "Ritrattistica pelosa. Barba e baffi", in cui sono esposti una serie, a mio giudizio molto esigua ma ugualmente interessante, di ritratti eseguiti dai più noti pittori Vigezzini raffiguranti uomini baffuti o barbuti. Il tutto accompagnato da due elementi fondamentali per la completezza della mostra: uno è un piccolo mobile su cui sono sparsi alcuni attrezzi da barbiere dell'ottocento molto ben conservati; l'altro da dei pannelli illustranti tutti i tipi di barbe che sono andate di moda dall'ottocento fino alla prima metà del secolo scorso. Ce ne sono veramente tante: si passa dal tipo fluente ovale a quello fluente quadrato, dalla barba divisa in punte acute a quella divisa in punte rotonde, dai favoriti al baffi e mosca. Per la ritrattistica si passa invece da Lorenzo Peretti jr. a Giovan Battista Ciolina col notevole ritratto di uomo con cane, di un verismo impressionante ma infondente pace e serenità. L'unico quadro di pittore non Vigezzino, troneggiante nel fondo della sala è il ritratto di uomo con baffi del divisionista Morbelli. Ed è interessante vedere da vicino come la tecnica del divisionismo possa essere applicata con risultati eccellenti al volto di una persona, oltre a ricordare che Angelo Morbelli, nato ad Alessandria nel 1853 e morto a Milano nel 1919 fu sopratutto un pittore che fin dalle prime opere rivelò legami con gli ideali umanitari e socialisti, oltre ad uno spiccato interesse per il mondo del lavoro e della vecchiaia. Difatti l'uomo ritratto nel quadro esposto alla mostra è un distinto signore di mezza età, con un espressione al tempo stesso fiera ma umanissima. Completano la mostra due incisioni mostranti come veniva svolto il mestiere del parrucchiere ben due secoli fa. Chissà cosa ne direbbero Vidal Sasson o Vergottini...
Alessandro Velli - 23 agosto 2017